LETTONIA GATE : IL CONI CI DA RAGIONE !!!!
La sentenza del Tribunale di Garanzia del CONI sul caso delle atlete lettoni è finalmente arrivata e ha dato ragione al GS Valsugana (e altre due società di atletica leggera, Enterprise e Gioiatletica) nei confronti della Fidal che a maggio aveva squalificato le tre società impedendo la partecipazione ai campionati di società nazionali.
“Ne siamo molto felici, perché giustizia è stata fatta – dice il ds del Valsugana, Mattia Gasperini -. Ora il pallino passa alla Fidal, che dovrà mettere in atto ciò che ha deciso il Tribunale di Garanzia del Coni. Ossia che il GS Valsugana aveva operato correttamente e che la squalifica ai CDS di giugno era ingiustificata. Attendiamo quindi che venga trascritta la sentenza con relative motivazioni e le decisioni della Fidal”.
La questione lettoni risale a circa 8 anni fa, quando l’Enterprise aprì questa strada del tesseramento Fidal di atleti della Lettonia.
Nel 2016 anche il GS Valsugana tesserò ragazze lettoni al fine di completare la squadra femminile e poter competere nel massimo campionato di società nazionale. Così fece anche nel 2017 e 2018.
Nel 2017 il GS Valsugana ottenne lo storico 4° posto nella classifica nazionale a un passo dal podio. Nel 2018 si è vista ingiustificatamente, a questo punto si può dire, esclusa.
Dal 2016 la questione lettoni si trasformò in un “Lettonia – gate”. Pare piu’ per protesta di alcune società e relativi dirigenti, che per necessità impellente della Fidal.
In sostanza, la FIDAL contesta il doppio tesseramento dei lettoni. All’interno del regolamento dell’attività tecnica Fidal viene riportato che un atleta tesserato per una società affiliata FIDAL non può essere contemporaneamente tesserato per un’altra società sia essa Fidal o estera (postilla regolamentare che negli altri Paesi della UE non esiste e, bizzarramente, non applicato nei casi di atleti tesserati Fidal e contemporaneamente per società di College americani o per società di CUS universitari)
Da precisare inoltre che le società FIDAL, per tesserare un atleta, devono ottenere prima il nulla osta dalla Fidal stessa. Quindi nel caso specifico, il GS Valsugana ottenne il nulla osta al tesseramento delle lettoni da parte della Fidal(dopo aver fatto le verifiche del caso), salvo poi vedersi contestare la regolarità del tesseramento.
Comunque sia, si cominciò a parlare e discuterne seriamente dal 2016. Aspetto che si trasformò in questione legale nel 2018, con l’esclusione di 3 club.
Due settimane prima dello svolgimento delle Finali del CdS Assoluto su pista, arrivò la comunicazione Fidal dell’esclusione: anche nel 2017 ci furono esclusioni dalle classifiche, poi ravvedimenti e poi riammissioni; quindi il GS Valsugana chiese spiegazioni per l’esclusione patita. La causa? Il doppio tesseramento.
A questo punto il GS Valsugana, inviò alla Fidal una dichiarazione della Federazione lettone di Atletica leggera, la quale dichiarava che gli atleti di nazionalità lettone tesserati per società FIDAL, non presentavano tesseramento per club lettoni, anche perché in Lettonia non esistono club. Ma tale dichiarazione non venne accettata. L’esclusione dalle finali dei CDS divenne definitiva e quindi si procedette con il ricorso.
Il primo ricorso (che per norma va fatto all’arbitrato Fidal), fu rigettato il venerdì sera precedente lo svolgimento della Finale (praticamente a meno di 24h prima della manifestazione), con la squadra che non sapeva se partire o meno per le gare la mattina seguente.
E fu rigettato anche il secondo ricorso, ma questa volta mettendo in seconda luce il doppio tesseramento e adducendo altre secondarie obiezioni.
Il paradosso è che successivamente al rigetto, viene redatta dalla Fidal una proposta di collaborazione con la Federazione lettone per ammettere atleti lettoni per il 2019.
Le norme sportive prevedono un terzo step di ricorso al Tribunale di Garanzia del Coni. E così ha fatto il GS Valsugana e le altre due società.
“Sicuri di essere nel giusto, anche se economicamente è stato dispendioso, abbiamo deciso di continuare”, spiegano i dirigenti valsuganotti.
Terzo step che il 16 ottobre ha dato ragione al GS Valsugana: il pronunciamento favorevole del tribunale del Comitato Olimpico accoglie il ricorso in toto.
Tribunale che, a questo punto, potrebbe richiedere, una tra queste due opzioni:
– o l’annullamento/ripetizione della finale alterata con l’assenza di una delle formazioni aventi diritto
– o, l’inserimento automatico e d’ufficio nella finale per la stagione 2019.
Nonostante quanto avvenuto abbia comportato delusioni, senso di impotenza e di ingiustizia per atleti, tecnici, dirigenti e famiglie, – senza pensare al danno d’immagine ed economico subito – il parere del CONI ha regalato una nuova importante ondata di entusiasmo e di fiducia”, dice Mattia Gasperini.
“Ripeto, siamo felici dell’accoglimento del ricorso. Ci ridà, ma solo in parte, il maltolto. E’ due anni che siamo messi alla gogna per questo ridicolo “Lettonia-gate”. Il pressapochismo di qualche “sputa sentenze” – amplificato dai social – e dettato da superficialità o con l’intenzione di trarne beneficio personale, lascia strascichi pesanti.”
“Il tesseramento di atleti lettoni – tesseramento possibile perché in Lettonia non ci sono Club – in un regolamento tecnico che pare seguire piu’ alcuni influencer (comprensibile se fosse la Ferragni, ma così non è) che i diritti comunitari di atleti e società, che fastidio da?”.“In un panorama atletico di medio scarso livello, se si prova ad alzare il contenuto di qualche manifestazione rappresenta un danno d’immagine o del movimento? La presenza di atleti lettoni va a sacrificare atleti italiani?”.Negli altri sport pare non essere un problema, anzi, una risorsa. Non si registra che nel calcio, volley e basket, solo per citare gli sport piu’ diffusi e con maggior presenza di stranieri nelle prime squadre, i ragazzini abbandonino queste discipline perché “da grandi” non avrebbero il posto assicurato. O che sponsor e network non supportino e parlino con queste realtà, perché le squadre non sono composte da atleti del settore giovanile o italiani. Per questo modo di pensare retrogrado e affossato negli anni ‘50, l’atletica è rimasta agli anni ’50, trasformando la regina degli sport in una disciplina secondaria”.
“Forse sarebbe il caso che questi dirigenti capissero che hanno fatto il loro tempo. O semplicemente che ora, carte alla mano, abbiamo almeno la decenza di chiedere scusa”.